Aprile 25, 2024

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‘Dio non è dalla parte della mafia’: imprigionare i gangster che hanno sequestrato un corteo religioso | Italia

‘Dio non è dalla parte della mafia’: imprigionare i gangster che hanno sequestrato un corteo religioso |  Italia

Un giudice siciliano ha condannato a 80 anni di reclusione 39 persone per aver dirottato una processione religiosa del Venerdì Santo nella casa di una famiglia mafiosa e aver onorato un boss criminale detenuto.

La gente stava trasportando una statua di Gesù Cristo attraverso il villaggio siciliano di San Michele di Ganzaria a Pasqua 2016 quando un gruppo ha fermato la processione, portandola fuori dalla traiettoria di volo concordata e costringendola a passare davanti alla casa del padrino della mafia Francesco. La Rocca.

La Roca all’epoca stava scontando l’ergastolo per reati legati alla mafia, ma sua moglie corse fuori di casa per salutare i gioiellieri di lusso e fare un’offerta.

Il sindaco e parroco di San Michele de Ganzaria si è rifiutato di seguire il corteo fuori dal suo percorso ufficiale e ha denunciato i responsabili della sua deviazione.

L’arcivescovo di Sicilia ha affermato di sperare che ciò dissuada altri dal fare qualcosa di simile in futuro.

“Dio o il suo nome non va mai invocato, non è certo dalla parte dei mafiosi, che sono uomini violenti e spietati”, ha detto in una nota l’arcivescovo di Catania, Luigi Reina.

Il gruppo è stato riconosciuto colpevole di disturbo a una manifestazione religiosa e istigazione a delinquere. Gli otto capobanda sono stati condannati a tre anni di carcere, e gli altri sono stati condannati a sei mesi, due anni e nove mesi di carcere.

“Questa sentenza farà sicuramente soffrire le persone”, ha detto l’arcivescovo, “ma spero che le sofferenze diano i loro frutti”.

Non era la prima volta che un corteo religioso si fermava davanti all’abitazione del boss mafioso. religione È sempre stata al centro della criminalità organizzata in Italia. La camorra prega San Gennaro, patrono di Napoli, per chiedere aiuto ea Palermo, Reggio Calabria e Napoli è diventata consuetudine fermare le processioni religiose fuori dalle case dei capi per onorarli. Molti gangster si considerano parte di un gruppo religioso simile a una setta e chiedono l’aiuto dei santi. Le statue religiose vengono spesso fatte inchinare in onore dei boss mafiosi nonostante gli sforzi delle autorità per fermare la pratica.

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Nel 2014, Francesco Milito, vescovo di Úbedo Mamartina Palme, in Calabria, ha vietato le processioni religiose dopo che una statua della Vergine Maria era stata utilizzata per onorare un noto boss criminale.

all’inizio del papato, Papa Francesco Queste pratiche sono state descritte come “spiritualità perversa” e nel 2020 alla Pontificia Accademia Mariana Internazionale Impostare Sezione “per liberare Maria dalla mafia e dalle autorità criminali”.

Nel 2010, i leader della ‘Ndrangheta hanno reagito contro i funzionari della chiesa per la loro esclusione dalla processione pasquale annuale a Sant’Onofrio, in Calabria, aprendo il fuoco su una ex casa in una sparatoria.

Reuters ha contribuito a questo rapporto