La corte si è schierata dalla parte del governo britannico, il quale ha sostenuto che “questioni fondamentali” – come il destino dell’Unione – erano tenute al potere dal Parlamento britannico seduto nel Palazzo di Westminster a Londra.
Il governo britannico – guidato dal primo ministro Boris Johnson, Liz Truss e ora Rishi Sunak – si è opposto a un secondo referendum.
Il governo ha consentito un referendum nel 2014, in cui la maggioranza degli scozzesi ha votato per rimanere nel Regno Unito, con un margine dal 55% al 45%.
La questione dell’indipendenza è stata complicata due anni dopo il voto del giugno 2016 sulla Brexit, dove gli scozzesi hanno fortemente sostenuto la permanenza nell’UE, dal 62% al 38%.
Johnson ha sostenuto che il referendum del 2014 è stato un voto “una volta ogni generazione” e che la questione è stata risolta.
Parlando mercoledì alla Camera dei Comuni, Sunak ha definito la sentenza della corte “chiara e definitiva” e ha affermato che la leadership scozzese deve concentrarsi su sfide più urgenti, come la riforma del servizio sanitario nazionale e aiutare l’economia.
Il primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon, ha spinto per un referendum nell’ottobre del prossimo anno. Sturgeon guida lo Scottish National Party, il più grande elettore del paese, che cerca l’indipendenza, e dice che c’è un “mandato indiscusso” per un altro voto.
Il suo governo ha chiarito nei rapporti i motivi per cui ritiene che la Scozia dovrebbe ora essere separata – più che mai – dal Regno Unito. tra loro? Così la Scozia potrebbe entrare nell’Unione Europea.
Dopo il verdetto Sturgeon ha rilasciato una dichiarazionedicendo che rispetta la Corte Suprema, ma aggiungendo: “Non fa la legge, la interpreta e basta”.
In un tweet, Sturgeon ha dichiarato: “Una legge che non consente alla Scozia di scegliere il nostro futuro senza il consenso di Westminster demistifica ogni idea del Regno Unito come partenariato volontario e propone il caso Indy”, abbreviazione del secondo referendum.
Ha detto: “La democrazia scozzese non sarà negata”. “La sentenza odierna impedisce alla Scozia di essere ascoltata all’indipendenza, ma in una democrazia la nostra voce non può e non sarà messa a tacere”.
In una conferenza stampa, Sturgeon ha affermato che le prossime elezioni generali, previste per non oltre gennaio 2025, dovrebbero fungere da “referendum de facto” sull’indipendenza. Come funzionerà esattamente non è ancora chiaro.
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