Aprile 19, 2024

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La Corte Suprema si pronuncia contro Andy Warhol nella disputa sul copyright sul ritratto di Prince

La Corte Suprema si pronuncia contro Andy Warhol nella disputa sul copyright sul ritratto di Prince

(CNN) IL La Corte Suprema ha deciso giovedì Che il defunto Andy Warhol abbia violato il copyright del fotografo quando ha creato una serie di serigrafie basate su una fotografia del defunto cantante Prince.

Il verdetto è stato 7-2.

La corte ha respinto le argomentazioni avanzate dagli avvocati della Andy Warhol Foundation (l’artista è morto nel 1987) secondo cui il suo lavoro era abbastanza trasformativo da non sollevare problemi di copyright.

L’opinione è stata molto anticipata dal mondo dell’arte internazionale che guardava per vedere come il tribunale avrebbe bilanciato la libertà dell’artista di prendere in prestito da opere esistenti con i limiti della legge sul copyright.

Il giudice Sonia Sotomayor ha scritto nell’opinione della maggioranza: “Le opere originali di Goldsmith, come quelle di altri fotografi, godono della protezione del copyright, anche nei confronti di artisti noti. Questa protezione include il diritto di preparare opere derivate che alterano l’originale”, riferendosi a Lynn Goldsmith , fotografo al centro della teca.

In dissenso con la giustizia Elena Kagan, unita al giudice capo John Roberts, la giustizia liberale ha scritto: “Soffocherà la creatività di ogni tipo. Ostacolerà nuova arte, musica e letteratura. Ostacolerà l’espressione di nuove idee e l’acquisizione di nuove conoscenza. Renderà il nostro mondo più povero.”

Al centro del caso c’era se Warhol avesse violato il copyright di Goldsmith quando aveva creato una serie di serigrafie per The Musical Prince.

La controversia ruota attorno alla cosiddetta dottrina del “fair use” nella legge sul copyright, che consente l’uso non autorizzato di opere protette da copyright in determinate circostanze.

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Nel caso in questione, un tribunale distrettuale si è pronunciato a favore di Warhol, basando la sua decisione sul fatto che le due opere in questione avevano significato e messaggio diversi. Ma la Corte d’Appello si è ribaltata, stabilendo che il nuovo significato o messaggio non era sufficiente per qualificarsi come fair use.

Questa storia è stata aggiornata con rapporti aggiuntivi.